Il silenzio diventa voce
Folla di persone, ieri mattina, a palazzo Foppoli a Tirano all'inaugurazione della mostra "Il silenzio diventa voce". Gli studenti dell'istituto Pinchetti, visitatori dalla Valmalenco, insegnanti, associati alla SPI-CGIL e molti altri hanno seguito con attenzione la presentazione della mostra fotografica itinerante su don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana. Un'iniziativa, come ha sottolineato l'assessore alla Cultura, Sonia Bombardieri, che ripropone «lo spirito guida della cuola di Barbiana (aspettare gli ultimi), ancora necessario in quest'epoca storica che vede l'elogio della eccellenza e scorda che siamo il secondo Paese Ocse per abbandono scolastico – ha detto -. L'abbandono scoltastico è ancora un problema italiano e la scuola di Barbiana ha ancora molto da "insegnare" a chi insegna». Il segretario dello Spi Ettore Armanasco ha parlato della relazione fra il sindacato e i giovani e della mostra come un ponte fra loro. «Significativo il fatto che l'esposizione si presenti in un palazzo che è stato sede del primo ufficio del lavoro e dell'emigrazione della Valtellina», ha affermato focalizzandosi sulla "scrittura collettiva" come uno dei punti rilevanti della didattica di don Milani di cui ci sono grandi esempi nella storia politica: la Costituzione e lo Statuto della CGIL. Infine Agostino Burberi, vicepresidente della Fondazione don Milani, ha illustrato alcuni momenti salienti dell'esperienza di don Milani: l'arrivo a Barbiana, paese di 99 anime, la sua relazione con la Chiesa, i sei bambini che all'inizio formavano la scuola di don Milani, tra cui lui, le difficili condizioni dei contadini abitanti di Barbiana (e non solo). Ha fatto esempi della giornata di studio quotidiano e ribadito l'importanza dell'esempio e del metodo della scuola di Barbiana. Al termine Burberi ha accompagnato in visita i ragazzi dell'istituto Pinchetti, alcuni dei quali poi saranno d'aiuto nel tenere aperta la mostra (fino a martedi 19 gennaio dalle 9,30 alle 12 e dalle 15 alle 18).
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