Cava di Bianzone: mille adesioni
Le adesioni contro il progetto di realizzare una cava da 70mila metri nella piana del Ranèe a Bianzone ha raggiunto le oltre 400 firme on line e le altrettante 400 cartacee. Quasi un migliaio di persone dice “no” a cavare la sabbia nella zona agricola di Bianzone. Fra gli oppositori c’è anche il Movimento 5 Stelle che, dopo un incontro tenutosi qualche settimana fa, ora ha dato la propria adesione formale.
Aggiornamenti, questi, resi noti a Bianzone durante l’incontro pubblico di giovedì sera al centro sportivo, dove si sono raccolti tanti cittadini ed esponenti dei partiti politici del M5 Stelle e del Pd.
Il presidente del Comitato per la tutela e la valorizzazione della piana del Ranèe, Edj Polinelli, ha fatto un excursus sulla vicenda partita ormai due anni fa quando, improvvisamente, i proprietari dei terreni si sono visti recapitare a casa una proposta di utilizzo del terreno a 2 euro al metro quadrato per tutto il periodo dello scavo. Da lì è scaturita la lotta del Comitato che ha incassato, però, il parere negativo della Provincia, intenzionata a non stralciare il progetto di Bianzone dal piano cave provinciale. «La nostra unica arma è la pressione che possiamo fare con il consenso che stiamo raccogliendo contro il progetto – ha detto Polinelli -. La petizione on line e cartacea prosegue. Al Comune di Cantello, in provincia di Varese, sono bastate 2mila firme per ottenere la revisione del piano cave. Speriamo anche noi di farcela. Il prossimo passo sarà la comunicazione che invieremo alla Commissione europea. Se il Consiglio europeo dovesse accettare il nostro “ricorso” potrebbe obbligare lo Stato italiano ad intervenire, chiedendo a Regione e Provincia di rispettare quanto viene chiesto. Ora siamo nella fase della discussione e del coinvolgimento, diversamente alzeremo la voce e avvieremo azioni legali davanti al Tar».
Ha dato il proprio appoggio il Movimento di Grillo. «Lo abbiamo fatto perché questo progetto va a deturpare l’ambiente in funzione del tornaconto di un privato che ha fatto richiesta alla Provincia per cavare – ha affermato Davide Trestini, portavoce tiranese del M5 Stelle -. Siamo alle solite “comiche” italiane di mancato rispetto delle normative europee. La sabbia si potrebbe ricavare dall’Adda con benefici all’ambiente e per la sicurezza. E poi ogni proprietario dovrebbe controllare quali scarti verrebbero messi per coprire lo scavo».
|