Via libera ai „zapei d’abriga“
Solo tre o quattro anni fa ho sentito due anziani della Motta, la frazione la cui storica strada portava all’Aprica dai tempi antichi, poi interrotta negli anni 40-50 a motivo della discarica, dire l’uno all’altro: “Lo detto io che all’Aprica saremmo ancora andati a piedi”. Intendevano dire naturalmente non attraverso la statale, ma sul sentiero di montagna, denominato: zapei d’abriga. Non so se i due personaggi in questione si serviranno ancora di quella storica strada, ma siamo orgogliosi di dire che sia la loro gente di Motta che la nostra d’Aprica, ora trovano aperta la viabilità che collega il piano con la montagna attraverso quello storico sentiero. Veramente, per ragioni organizzative siamo costretti a rimandare l’inaugurazione ufficiale, a tempo da stabilire.
Nel frattempo, come l’anno scorso, il 10 agosto scorso abbiamo organizzato la seconda gita sperimentale con grande soddisfazione degli organizzatori e della trentina di partecipanti, fra i quali anche un gruppo della Motta, interessati a conoscere quello storico sentiero, stimolati dalla documentazione che abbiamo loro fornito. Sentiero storico sotto due aspetti: per l’importanza che ha avuto nei secoli passati di cui conosciamo la storia attraverso i libri, ma anche per tempi più recenti di cui siamo testimoni diretti di quanto venisse utilizzata fino agli anni quaranta, cinquanta, specialmente dalla popolazione d’Aprica. Una parola di ringraziamento, anche da queste colonne, alla Comunità montana di Tirano, che ha creduto al nostro progetto e sostenuto le spese per il rifacimento del sentiero nella parte franata della Valmana e per il lavoro di sistemazione di tutto il percorso, da Liscedo a Pigolane, di ripulitura basilare fatta in questi ultimi giorni con grande sorpresa di noi promotori e naturalmente a beneficio della viabilità. Quindi via libera. Un sentiero ricuperato a scopo turistico, ma ci piace pensare anche che i proprietari dell’Aprica che hanno le selve in zona, l’autunno prossimo, sempre che interessi ancora, dopo una cinquantina d’anni, potranno assaggiare le castagne delle loro selve, anche se ci teniamo a dire che il sentiero è ben ricostruito, ma il bosco è stato in mano ai selvatici e sottoposto alle intemperie per mezzo secolo e quindi prudenza a inoltrarsi..
Luisa Moraschinelli/d’Aprica
(una dei tre promotori)
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